Editoriale

Generazione Z: racconto di ordinaria… quotidianità!

3 min di lettura

Anno nuovo, passioni nuove! O forse no.

In un racconto semi-serio una giovanissima ragazza parla del suo rapporto con la mancanza di “passioni” che inevitabilmente incide sulle sue giornate e sul modo di relazionarsi con la società. Un modo diverso di raccontare il mondo della generazione Z che spesso si trova a fare i conti con un modo di vivere che non sente proprio e soprattutto con la necessità di non voler primeggiare a tutti i costi.

E’ anche questo, a nostro avviso, un modo per indagare sul mondo giovanile e capire cosa si cela dentro i loro sguardi.

Dietro una scrittura ironica e leggera si nasconde una riflessione profonda e accattivante di una giovane ai suoi esordi con la scrittura.

 

 

Cari lettori,

mi presento, mi chiamo Elettra, non sono niente di speciale, una ragazza con tanti obbiettivi e poca voglia di fare. Oggi mi hanno proposto di scrivere qualcosa di avvincente per i giovani; penso tra me e me: ‘’Ma che devo scrivere se NON HO PASSIONI’’. Mi siedo di fronte al mio computer con aria imbronciata e inizio a pensare che sia una pessima idea farmi scrivere un articolo inutile senza un reale tema. Sapete questo è un anno speciale: è il ventiduesimo anniversario di una ragazza senza passioni. Sì, avete letto bene. Nessun hobby che mi faccia saltare dal letto al mattino con un sorriso smagliante, nessuna attività che mi tenga sveglia fino a notte fonda. Ventidue anni in cui ho abbracciato la mia innata capacità di restare indifferente a tutto ciò che si presenta davanti a me.

Mentre il mondo intorno a me sembra vibrare di passioni, dalle persone che si immergono nelle loro attività preferite fino a coloro che coltivano interessi stravaganti e incomprensibili, io mi trovo qui a coltivare la mia passione per l’indifferenza. Posso assicurarvi che è un “hobby” estremamente sottovalutato e oserei dire difficile.

L’incredibile avventura di non avere passioni mi ha aperto le porte a un mondo di esperienze altrettanto affascinanti quanto bizzarre. Ad esempio, mi sono ritrovata a guardare una serie infinta di documentari sugli animali marini (hey alquanto rilassanti quei movimenti leggiadri nell’acqua), senza provare la minima emozione. Devo dire che la freddezza con cui ho assistito a questo spettacolo è stata sorprendente anche per me.

Inoltre, i miei anni senza passioni mi hanno resa una vera professionista nel campo della procrastinazione. Mentre gli altri si dedicano anima e corpo ai loro interessi, io mi trovo a rimandare qualsiasi attività con uno zelo che ha dell’artistico. “Domani” è diventata la mia parola d’ordine, e devo dire che il mio approccio lento e costante mi ha permesso di raggiungere risultati decisamente sorprendenti.

Ma non pensate che tutto sia stato facile. C’è stata una fase di adattamento. Inizialmente, quando le persone mi chiedevano delle mie passioni, mi sentivo veramente inutile e insignificante. “Eh, niente di particolare,” rispondevo con indifferenza, mentre il resto del mondo sembrava ballare al ritmo scatenato delle loro manie.

A volte, mi sento come se stessi interpretando un ruolo in un film, la protagonista che, in un plot twist senza senso, ha perso le proprie passioni lungo la strada. Tuttavia, a differenza del cinema, la mia storia non è destinata a un grande finale epico. È più un continuo di momenti senza infamia e senza lode.

In conclusione, mentre il mondo intorno a me urla di passioni, hobby e interessi accesi, obbiettivi di vita e chissà quale scoperta che cambierà la vita di migliaia di persone, io mi godo la tranquillità del mio non riuscire a trovare un posto nel mondo.

Ho imparato che non avere passioni è un’arte, una forma di ribellione contro la frenesia del mondo moderno e sebbene possa sembrare strano, ho imparato ad amare il vuoto apparente delle mie giornate senza una direzione precisa.

Forse, con il nuovo anno, potrei persino scoprire una passione per la mancanza di passioni. Nel frattempo, continuerò a navigare le acque tranquille (prendendo spunto dai miei amati documentari) della mia esistenza senza uno scopo definito. E chissà…se ci fosse un premio Nobel per chi riesce a essere così notevolmente marginale, sono sicura che sarei candidata e lo vincerei.

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