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Sono i giovani il futuro del fashion tech?

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Costruire il futuro ripensando (ed evitando) gli errori del passato. È questa l’eredità ideale che ogni generazione dovrebbe consegnare alla successiva. Di essere migliori, più felici e con maggiori opportunità. In un momento storico amaro per molte ragioni (a partire dalla drammatica pandemia da Covid-19), in cui il nostro Paese è ancora diviso sui temi dello sfruttamento e dei diritti dei lavoratori e in cui il blocco dei licenziamenti è un argomento caldissimo, è dura però essere ottimisti. Nella maggior parte dei casi sono i giovani a rimetterci, colpiti anche da una certa imprenditoria che non solo li accusa di essere pigri e schizzinosi – nonostante un tasso di disoccupazione giovanile stimato che supera il 30% – ma che raramente si lascia andare anche ad un po’ di sana autocritica.

Ma se è vero che potenzialmente è dai momenti di crisi che nascono le migliori opportunità, allora non resta che guardarsi intorno e provare a intercettare nuovi bisogni e cambiamenti di mercato. Come ad esempio il fashion tech, ossia l’applicazione dell’innovazione tecnologica al mondo della moda, in tutte le sue sfumature. Non solo abiti o scarpe, ma un’intera filiera produttiva che include anche cosmetici, tessuti e accessori di ogni genere.

Proprio lo scorso maggio si è svolta la prima edizione del PowWow Fashion Tech Week, un’imponente fiera virtuale in live streaming, interamente dedicata a quest’industria e alla sua evoluzione sempre più rapida. Questo nuovo appuntamento primaverile – che ha visto l’intervento di rappresentati di più di 50 aziende di settore e 150 speaker di alto profilo, tra cui Paul Cook (Sex Pistols), Marky Ramone (Ramones), la founder di Fashion Launchpad Sandra Campos, Leonardo Raineri di Miroglio Group, Giorgia Asti di Spotify Italia, il rapper Guè Pequeno e molti altri  – ha voluto rispettare e sfidare allo stesso tempo le difficoltà legate all’emergenza sanitaria. “La tecnologia è una fondamentale alleata per restare vicini e confrontarci su tematiche importanti con esperti di tutto il mondo. Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a rendere democratiche ed accessibili le tematiche inerenti le tecnologie applicate al mondo del fashion”: con queste parole la Founder e CEO di Heroes S.r.l., Andreina Serena Romano, descrive in una battuta il cuore di tutta la manifestazione, che ha mostrato grande attenzione anche ai temi della sostenibilità, dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Tra gli ospiti intervenuti al PowWow anche otto Content Creator under 20, i ragazzi della Defhouse (Simone Berlini, Davide Moccia, Yusuf Panseri, Marco Bonetti, Florin Vitan, Tommaso Donadoni, Alessia Lanzara e Jasmin Zangarelli). Si tratta della prima concept house italiana, ideata da Luca Casadei e Giuseppe Greco e con base a Milano, dedicata alla crescita del talento (o dei talenti) in campo digitale, in cui sono messi a disposizione non solo spazi funzionali e creativi ma dei veri e propri corsi di formazione su svariati argomenti: dalla politica alla comunicazione non verbale, passando per l’ecologia – che si dimostra un tema sempre più decisivo e cruciale, in un mondo iperconnesso e spesso, purtroppo, consumista e incapace di proteggere l’ambiente, gli animali e l’uomo – fino a discipline come il ballo, il canto o la recitazione. Un progetto sicuramente ambizioso e ricco di potenziale: sarà in questo genere di percorsi di formazione, il futuro dei content creator e dei fashionisti di domani?

Perché se è vero che la regina della comunicazione e della moda Chiara Ferragni, grazie alle sue capacità e ad un modello imprenditoriale vincente, ha spianato la strada a centinaia di giovanissimi creator, è di pochi giorni fa la notizia che il giovane Khaby Lame, 21enne di Chivasso, l’ha superata numericamente raggiungendo i 24 milioni di follower. Un successo, quello di Lame, raggiunto rapidamente e con pochissimi post, grazie ad un senso dell’umorismo semplice e immediato e a dei video che lasciano spazio solo alle immagini. Una conferma di come sui social evolva rapidamente non solo l’offerta ma anche la domanda di contenuti originali, sempre più brevi e immediati. Anche il mondo della moda è molto presente sui social, e nonostante un brusco calo del giro di affari è prevista una ripresa a partire da quest’anno, grazie al binomio tra digitalizzazione e sostenibilità. Ed è qui che il ruolo dei giovani, che sono i principali attori del mondo digitale, potrebbe essere cruciale.

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