Talenti

Generazione Z: racconto di ordinaria… quotidianità!

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Cari lettori, sono sempre io Elettra. Sì, il mio nome è proprio come il personaggio della mitologia greca che incanalava l’energia delle tempeste. Ironico, considerando che la mia vita sembra più una giornata di sole senza nuvole, almeno da un punto di vista esterno.

Ma lasciate che vi sveli il paradosso dietro il mio nome: tutti credono in me, tranne me stessa. È una sensazione strana, essere il fulcro delle aspettative degli altri quando dentro di te senti di avere un vuoto cosmico di autostima. “Elettra può farcela,” dicono i miei genitori con un sorriso incoraggiante. “Elettra ha un talento naturale,” sussurrano le persone che mi circondano, con una nota di convinzione.

Eppure, mentre tutti si affannano a scommettere sul mio successo, io mi trovo ad affrontare la mia personale battaglia con l’insicurezza. La mia vita è costellata di momenti in cui ho dovuto fingere di credere in me stessa più di quanto in realtà credessi. Come quando mi sono trovata davanti al mio primo esame all’università. Mentre gli altri studenti sfoggiavano sicurezza e determinazione, io ero lì, con il mio cuore che batteva all’impazzata e il mio cervello che sembrava bloccato in un loop infinito di auto-dubbio. ‘’Siamo tutti ragazzi, abbiamo avuto tutti delle fragilità’’, mi rassicuravo ripetendomi questa frase, convinta che nonostante la loro facciata sicura e indifferente, anche loro fossero divorati da quell’ansia assurda, che in quel momento mangiava me dall’interno.

È strano, sapete, essere circondati da persone che vedono in te qualcosa di straordinario, mentre tu stessa ti senti come un’illusione pronta a svanire al minimo soffio di vento. Ho tentato di iscrivermi all’università una sola volta, ma quella singola volta mi ha fatta soffermare davanti alla domanda cruciale che mi tormenta da tempo: “Sono davvero all’altezza?”. Io una risposta a questa domanda ancora non ce l’ho, non credo che arriverà mai il giorno in cui mi sentirò davvero all’altezza di qualcosa. Mi chiedo se l’università sia fatta per tutti, alla fine ognuno di noi è diverso, ma cosa impedisce ad un individuo di frequentarla e ad altri no? La differenza è che c’è chi rischia e si mette in gioco e passo dopo passo affronta le sfide e chi preferisce adagiarsi nell’autoconvinzione di non essere abbastanza, indovinate io dove sono? Perfettamente nella seconda parte.

Non fraintendetemi, non sono una fatalista cronica. So di avere delle abilità, delle qualità che potrebbero portarmi lontano. Ma c’è questa voce interiore, piccola, ma persistente, che mi sussurra che forse non sono abbastanza, che forse non sono all’altezza delle aspettative di chi crede in me. È come se avessi un blocco mentale che mi impedisca di avanzare, di accettare il fatto che posso essere all’altezza delle sfide che la vita mi presenta. Ed è incredibile come questa mancanza di fiducia possa paralizzarmi più di qualsiasi ostacolo tangibile.

Quindi sì, sono qui a raccontarvi la storia di Elettra, una ragazza che sembra avere tutto dalla sua parte tranne la fiducia in sé stessa. Mi ripetono che non mi manca nulla, che ho una famiglia che mi ama, che mi so far volere bene da tutti, ma che devo insistere, devo: ‘’cacciare il carattere’’. E mentre scrivo queste parole, mi rendo conto che forse è arrivato il momento di sfidare quel blocco interiore, di abbattere il muro di insicurezza che mi impedisce di credere nel mio potenziale. E se c’è qualcosa che possiamo imparare dalla mia storia, è che non importa quanto gli altri credano in te, se tu sei il primo a non farlo. E forse, proprio questo è il primo passo per superare ogni ostacolo, anche quello più grande di tutti: il nostro stesso dubbio.

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